Si stima che circa il 75% delle persone alle quali era stata precedentemente diagnosticata ipocondria, rientrano nella nuova classificazione del DSM-5 (Manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali), nella diagnosi di Disturbo da Sintomi Somatici.
Gli individui con disturbo da sintomi somatici tipicamente presentano in modo contemporaneo vari sintomi somatici che procurano elevato disagio nella persona e nella sua vita quotidiana, talvolta invece è presente un unico sintomo fisico. Tali sintomi possono essere specifici (ad esempio un dolore localizzato) o non specifici (come ad esempio un senso generico di spossatezza).
I sintomi avvertiti possono essere semplicemente normali sensazioni fisiche oppure malessere che non significa malattia grave. I sintomi possono essere o meno associati ad una condizione medica.
Nel caso sia presente una condizione medica o vi è un elevato rischio di svilupparne una (ad esempio per familiarità) , i pensieri, le emozioni e i comportamenti associati a questa condizione risultano eccessivi. La persona affetta da disturbo da sintomi somatici tende ad avere un’elevata preoccupazione riguardo ai suoi sintomi fisici, ciò la conduce ad avere pensieri sproporzionati rispetto la gravità dei propri sintomi e costanti livelli elevati di ansia. Inoltre l’attenzione della persona si focalizza sui sintomi fisici, mettendo in atto continui comportamenti di controllo del suo corpo alla ricerca di anomalie. Diventa incessante anche la continua ricerca di informazioni e controlli da parte degli altri e dei medici, tuttavia qualunque rassicurazione che i sintomi non sono indicativi di grave malattia tende ad essere vissuta dall’individuo come se il medico non prendesse i sintomi riferiti con dovuta serietà. Per questo spesso il suggerimento di rivolgersi ad uno psicoterapeuta non è vissuto bene dall’individuo affetto.
Tra il 5-7% della popolazione generale è affetta dal disturbo, con una maggiore prevalenza nei soggetti di sesso femminile. Il disturbo da sintomi somatici tende ad essere sotto-diagnosticato negli anziani sia perché alcuni sintomi tendono ad essere considerati parte del normale invecchiamento, sia perché temere di essere malati è considerato comprensibile nella terza età. Nei bambini rispetto agli adulti è più frequente un unico sintomo preminente piuttosto che una serie di sintomi in concomitanza, quelli più comuni nell’infanzia sono il mal di testa, il mal di pancia e la nausea.
Inoltre nei bambini generalmente è assente la componente cognitiva di preoccupazione rispetto ai sintomi, piuttosto è la risposta dei genitori al sintomo ad essere importante, in quanto ciò potrebbe determinare il livello di disagio associato ad esso da parte del bambino.
La comorbilità del disturbo da sintomi somatici con ansia e depressione è frequente e ciò può aumentare i sintomi e la gravità della compromissione.
La terapia cognitivo-comportamentale si è dimostrata efficace nella cura del disturbo da sintomi somatici.
La persona è intrappolata in una spirale viziosa: i tentativi di rassicurazione autonomi (autocontrolli, ricerca continua di informazioni su internet, ecc.) ed esterni (pareri continui chiesti ai familiari, visite mediche, esami specialistici, ecc.) generalmente non funzionano o rassicurano solo temporaneamente. Inoltre paradossalmente questi tentativi rinforzano i timori e le preoccupazioni della persona (un’espressione incerta del medico farà sorgere nuovi dubbi, un valore ematico anomalo rafforzerà la convinzione di essere gravemente malati, ecc.).
L’intervento psicoterapeutico ha perciò avere tra i suoi obiettivi principali quello di individuare e interrompere questo circolo vizioso.