La maggioranza degli individui ipocondriaci sono oggi diagnosticati come affetti da disturbo da sintomi somatici (circa il 75%), alla restante minoranza si applica invece la nuova diagnosi presente nel DSM 5 (Manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali) di disturbo da ansia da malattia.
Chi è affetto da questo disturbo è costantemente preoccupato di avere o contrarre una grave malattia. I sintomi fisici, a differenza del disturbo da sintomi somatici, non sono presenti oppure sono di lieve entità. I sintomi possono essere o meno associati ad una condizione medica. Nel caso sia presente una condizione medica o vi è un elevato rischio di svilupparne una (ad esempio per
familiarità) , i pensieri, le emozioni e i comportamenti associati a questa condizione risultano eccessivi.
La persona con ansia da malattia è pervasa costantemente dall’idea di essere malata o ammalarsi. Si preoccupa facilmente per la sua salute, può essere un problema anche banalmente sentire che qualcuno si è ammalato o apprendere una notizia alla televisione o su internet. Gli esami diagnostici negativi, le rassicurazioni del medico non servono a tranquillizzare la persona in modo definitivo,
anzi essi possono aumentare ulteriormente la preoccupazione. L’ansia rispetto ad una malattia non diagnosticata o alla possibilità di svilupparla assume un posto di rilievo nella vita della persona, influenzando la sua quotidianità. La malattia diventa elemento centrale dell’identità dell’individuo, un argomento frequente e una reazione caratteristica a eventi di vita stressanti. Questi individui
mettono in atto tentativi di rassicurazione autonomi (auto-controlli, ricerca continua di informazioni su internet, ecc.) ed esterni (pareri continui chiesti ai familiari, visite mediche, esami specialistici, ecc.). Questo continuo preoccuparsi e parlare di malattia diventa stressante per gli altri e può provocare contrasti all’interno della famiglia. In molti casi l’ansia per la malattia conduce ad un
evitamento disattivo di situazioni e attività che secondo la persona potrebbero mettere a rischio la sua salute (per esempio andare a fare visita a familiari malati).
Esistono due tipologie di pazienti con disturbo da ansia da malattia : quelli che richiedono assistenza (visite mediche e controlli sono usati frequentemente) e quelli che evitano l’assistenza medica.
Tra l’1,3 e il 10% della popolazione generale è affetta dal disturbo, con una simile prevalenza nei soggetti di sesso femminile e maschile. L’età di esordio si colloca tra la prima età adulta e la mezza età e il decorso tende ad essere cronico e recidivante.
La terapia cognitivo-comportamentale si è dimostrata efficace nella cura del disturbo da ansia da malattia.
Il terapeuta con particolari procedure di esposizione aiuta il paziente ad affrontare la preoccupazione di avere o contrarre una malattia grave. Inoltre, tramite tecniche di prevenzione della risposta, viene elaborato un programma in cui al paziente viene impedito di svolgere i rituali quotidiani volti a rassicurarsi (visite mediche, controlli del corpo, rassicurazione da parte dei
familiari, ricerca di informazioni su internet..) che portano all’ instaurarsi di un circolo vizioso che mantiene il disturbo. Infine il paziente viene aiutato a individuare i pensieri disfunzionali e ristrutturarli con pensieri più funzionali al suo benessere psicologico.