Disforia o incongruenza di genere

Col termine Disforia di Genere (come si esprime il DSM-5) o Incongruenza di genere (come la definisce l’ICD11) ci si riferisce a una condizione caratterizzata da profondo disagio derivante dalla discrepanza tra il genere esperito/percepito da una persona e quello assegnato alla nascita, associato a compromissione del funzionamento in aree di vita significative (Steensma et al., 2013; Coleman et al., 2011). È importante fare chiarezza rispetto ad alcune definizioni legate all’identità sessuale di una persona in modo da usare un linguaggio scientificamente corretto e sconfermare alcune convinzioni e stereotipi frequentemente associati alle tematiche qui trattate. Il disagio che si accompagna a una condizione di Disforia di genere è legato all’incongruenza tra due precise dimensioni dell’identità sessuale: l’identità di genere e il sesso biologico. L’identità di genere è concettualizzata come il continuo e persistente senso di sé come maschio, femmina (Money, 1975), o altro genere, diverso dal binarismo dei precedenti due; il sesso biologico invece è definito dalle caratteristiche sessuali a livello cromosomico, gonadico e/o genitali di una persona (Steensma et al., 2013). L’incongruenza tra l’identità di genere percepita e quella assegnata alla nascita interessa il più ampio fenomeno del Transgenderismo che caratterizza tutte quelle persone la cui identificazione di genere non è allineata al sesso biologico e/o non è conforme alle aspettative culturali di genere, ma che allo stesso tempo non si accompagna necessariamente a disagio o al desiderio di intervenire sul corpo per avvicinarne le caratteristiche all’identità di genere (Lee e Houk, 2013).

Tale condizione viene considerata dal DSM-5 ancora come un disturbo mentale, mentre dall’ICD11 è stata tolta dal capitolo dei disturbi mentali (per evitare lo stigma a essi associato) e assegnata a un nuovo capitolo dedicato alle condizioni relative alla salute sessuale; essa rimane nel manuale diagnostico in quanto permangono delle rilevanti esigenze di cura e di salute che possono essere meglio soddisfatte, secondo gli estensori del manuale, se tale condizione continua a essere codificata nel manuale diagnostico stesso.